· 

Cos'è la fotografia naturalistica e perché fotografare la natura? di Libero Middei

La risposta a queste domande mi arriva ripensando al perché ho cominciato a fotografare la natura. Erano i primi anni di università quando comprai la prima macchina fotografica, la usavo essenzialmente per fare delle foto che mi servivano per poi classificare le varie specie incontrate durante le uscite in natura. Piano piano, alla mia attrezzatura fotografica si aggiunsero obiettivi macro, cavalletti, grandangoli, però, la cosa che davvero mi fece crescere fotograficamente non fu tanto la scoperta di chissà quali obiettivi o quale tecnica fotografica bensì l´incontro con fotografi naturalisti che formarono la mia cultura fotografica naturalistica: Vincenzo Mazza, con i suoi progetti fotografici sull´Appennino Centrale, mi hai insegnato quanto sia importante la progettualità e non il singolo scatto; Sandra Bartocha, che con i suoi sfuocati mi ha fatto capire quanto sia essenziale lo sfondo e l'estetica anche nella fotografia macro; Salvo Orlando con il suo progetto fotografico sull´Etna mi ha fatto scoprire l´importanza di fotografare il proprio territorio.

Questi fotografi e molti altri hanno creato in me una contaminazione di stili diversi costituendo così la base della mia cultura fotografica la quale, sommata alla mia cultura naturalistica debitrice del mio percorso universitario, negli anni, mi hanno fatto rendere conto di come la fotografia naturalistica sia un mezzo potentissimo, per narrare e raccontare la biodiversità del nostro paese e, altrettanto, un modo per vivere delle esperienze uniche. Tra queste il ritrovarsi per ore immersi in un prato ricco di biodiversità, fotografare un bosco dietro casa e scoprire quanta bellezza abbiamo a portata di mano o ancora scoprire la meraviglia di immortalare il tramonto da una cima di una montagna e poi riscendere nella notte percorrendo un sentiero immerso in un bosco popolato da lucciole e uccelli notturni; insomma, per me la fotografia naturalistica è un mix di scoperta, emozione e divulgazione.

Tutto questo però deve essere ancorato a dei principi morali che si possono sintetizzare in una frase "il fine non giustifica mai i mezzi". Infatti, da alcuni anni, la fotografia sta vivendo un nuovo rinascimento e di conseguenza sempre più persone si avvicinano alla fotografia naturalistica. Questo, di base, è un bene perché le attività che fanno avvicinare le persone alla natura e aumentano la curiosità verso di essa sono sempre positive

In questo paese quasi totalmente privo di una cultura naturalistica e con una cultura fotografica distribuita a macchia di leopardo, però, a volte si generano dei comportamenti nocivi per la natura stessa, i quali hanno l´unico scopo di ottenere lo "scatto"; per questo, si può assistere, per esempio, ad appostamenti in rendez-vous di un branco di lupi; a fotografi che creano set artificiali in studio per realizzare fotografie macro o che allevano insetti esotici in cattività per poi poi fotografarli e rilasciali in ambienti non propri della specie in questione; alla creazione di carnai per attirare i grandi carnivori o ancora alla modifica in post-produzione l'altezza delle montagne per avere composizioni più equilibrate, ecc. Tutti questi comportamenti non hanno niente a che fare con la fotografia naturalistica, anzi, hanno il solo scopo di generare immagini di grandissimo impatto che servono per accumulare tantissimi like sui social network e di conseguenza aumentare l´ego del fotografo di turno.

Quindi, per me, la fotografia naturalistica si trova davanti a un bivio culturale: dobbiamo decidere se dare più "valore all´arte in sé o al soggetto ritratto"*. Cioè, l'estetica, la luce, le nuove tecniche di post-produzioni sono fattori e strumenti essenziale per realizzare delle buone fotografie ma al centro ci deve essere sempre la specie o l´habitat che vogliamo raccontare e far conoscere, privi di artifizi digitali, ripresi con la massima naturalità e il minimo impatto possibile. Dobbiamo sempre ricordare che prima dello scatto c´è la conservazione e la tutela della natura.

La fotografia naturalistica come mezzo per la conservazione e la tutela della biodiversità del nostro paese può diventare ancora più efficace se noi fotografi naturalisti rivolgiamo lo sguardo oltre le solite 3-4 specie stra-fotografate e cominciamo a raccontare le moltissime specie (tra le quali molte endemiche) che vivono nel nostro paese. E´ per questo che sono convinto che la fotografia naturalistica in questo paese, in futuro, potrà avere un ruolo fondamentale nella narrazione del nostro preziosissimo patrimonio naturalistico.

 

*Tim Flac in "Animali da salvare" edizioni Rizzoli, ringrazio Arianna Dissegna per avermi segnalato la frase.

Se anche tu sei appassionato di fotografia naturalistica e vuoi affinare la tua tecnica ti aspetto dal 15 al 17 giugno nel "Workshop di fotografia naturalistica" che si terrà a Caramanico Terme presso la Sede Scientifica del Parco Nazionale della Maiella.

Scrivi commento

Commenti: 0

Seguici su

I contenuti forniti da Powr.io non sono mostrati a causa della tua attuale impostazione dei cookie. Clicca sull’Informativa sui cookie (funzionali e di marketing) per accettare l’Informativa sui cookie di Powr.io e vederne i contenuti. Per ulteriori informazioni, consulta la Dichiarazione sulla privacy di Powr.io.